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“L’animale e l’uomo nella pittura di Dalla Guarda”
Una bella rassegna di una ottantina di dipinti del pittore vicentino Girolamo Dalla Guarda è ospitata nella sala polivalente del Teatro Comunale di Cologna Veneta.
La mostra, dal titolo L’umanità che nell’uomo muore, inaugurata domenica 8 dicembre e organizzata dall’Associazione culturale UR, è stata curata, e introdotta con una performance, da François Bruzzo professore di Letteratura Francese e Storia del Teatro (I.U.L.M.) all'Università di Feltre. Vi si riassume il percorso di quasi 30 anni di pittura di Dalla Guarda: da alcune tele degli anni Settanta, alle grandi carte del decennio successivo, ai gessetti e disegni dei periodi più recenti.
Le tecniche e le dimensioni variano: dalle tempere agli oli, ai piccoli acquerelli, carboncini, gessetti, matite colorate prevalentemente su carta, che risolvono il soggetto in due temi fondamentali, l’animale e l’uomo, entrambi, figurativamente e umanisticamente intesi.
Nell’ultima produzione, quello che negli anni Ottanta e Novanta si traduceva spesso in uno scherzo ironico e pungente, si è mutato in una rappresentazioni di personaggi dagli atteggiamenti sempre più inquieti e sfuggenti dai volti scavati, aggrediti dalla matita, dal pastello o dal gesso con forza quasi gestuale. Gli sfondi sono sommari e l’ambientazione antinaturalistica e incomprensibile, le figure hanno una forte penetrazione psicologica quasi che il segno più rarefatto tendesse a catturare l’essenza delle cose con maggiore attenzione, con un senso di necessità interiore più radicale e intensa. Sembra di rileggere, nell’attuale densità espressiva di Dalla Guarda, un moto di ribellione profonda simile, sotto certi aspetti, alla complessa cultura pittorica della Brücke nella Germania degli anni Dieci, cui faceva da interprete lo scrittore austriaco Hermann Bahr che, nel saggio Expressionismus del 1916, affermava: “Noi non viviamo più, siamo vissuti. Non abbiamo più libertà, non sappiamo più deciderci, l’uomo è privato dell’anima, la natura è privata dell’uomo. [...] Mai vi fu epoca più sconvolta dalla disperazione , dall’orrore della morte...”. Ma Bahr non poteva nemmeno immaginare cosa sarebbe venuto dopo. Gli artisti, invece, che spesso sono il nervo scoperto della società, lo sanno sempre. Con intuizione profonda, forse inconsapevole ma certamente palese, anche Girolamo Dalla Guarda racconta nel suo percorso d’artista una commedia umana che descrive, se questo purtroppo è il tema del momento, anche L’umanità che nell’uomo muore.

“il Giornale di Vicenza” - 22 dicembre 2002, di Giovanna Grossato
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